Siamo i ragazzi della classe IV D del Liceo classico "G. D'Annunzio" (Pescara).
Partecipiamo a questo concorso perché abbiamo un interesse comune : quello di dar voce alle nostre opinioni sui principi della Legalità e della Libertà. I nostri lavori sono coordinati dalla prof.ssa Annapaola Giansante e con lei aderiamo ai progetti presenti a scuola (incontri con studiosi e referenti delle forze armate civili).

sabato 16 aprile 2011

Liberare l'infanzia

Di fronte alla violazione dei diritti dei bambini è inutile fare del pietismo, è utile invece scandalizzarsi, manifestare un "santo sdegno". E perchè nasca questo sdegno, è necessario conoscere e far conoscere. Solo così in tanti potranno allearsi, a fianco di bambini e ragazzi: costruire dei gruppi di pressione su chi detiene il potere. Bisogna denunciare la violenza contro l'infanzia e cercare di comprendere perchè si è creata. Crediamo che sia importante mettere in evidenza quella teoria che identifica l'infanzia come un gruppo minoritario senza potere all'interno della società, di qualsiasi società. Si tratta di un gruppo minoritario nel senso che non pone da sé le proprie regole, non partecipa alla formazione delle regole generali, subisce le decisioni del gruppo dominante. In questo caso della società degli adulti. La giustificazione è sempre la formula del the best interest of the children (nell'interesse dei bambini): da soli i bambini non ce la fanno ed è dunque nel loro interesse che non partecipino alle decisioni e che si lascino proteggere. E' un fatto che da soli i bambini non possono farcela a vedere riconosciuto il loro diritto essenziale a che gli interessi dell'infanzia vengano tenuti nella dovuta considerazione. Devono essere gli altri, gli adulti, che a loro si alleino. E' compito degli adulti che i bambini facciano tirocinio di libertà per essere pronti ad inserirsi nella società civile e politica come cittadini liberi e coscienti. L'infanzia non riuscirà a liberarsi da sola e l'invito è che gli adulti prendano l'iniziativa: ciascun adulto deve pensare anche ai figli e ai fratelli minori degli altri. Di regola gli interessi dei piccoli dovrebbero essere rappresentati dai loro genitori. Ma l'infanzia più affamata, più maltrattata, più sfruttata e abbandonata ha spesso genitori altrettanto affamati, maltrattati, sfruttati. La situazione dei giovanissimi è strattamente legata a quella generale della società dove vivono. Si può e si deve agire per migliorare la situazione dei più piccoli in specie, ma occorre rendersi conto che non molto si potrà fare se non mutando la situazione più generale. E' più facile che il mondo cambi se le generazioni future avranno vissuto un'infanzia e un'adolescenza che li abbia portati in condizioni migliori all'età adulta. Giovani meglio nutriti, più sani e che abbiano frequentato le scuole sono in grado, più dei loro genitori poveri e illetterati, di contribuire a cambiare le cose nel loro Paese.

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