Siamo i ragazzi della classe IV D del Liceo classico "G. D'Annunzio" (Pescara).
Partecipiamo a questo concorso perché abbiamo un interesse comune : quello di dar voce alle nostre opinioni sui principi della Legalità e della Libertà. I nostri lavori sono coordinati dalla prof.ssa Annapaola Giansante e con lei aderiamo ai progetti presenti a scuola (incontri con studiosi e referenti delle forze armate civili).

mercoledì 16 marzo 2011

I diritti dei bambini

La storia dei diritti dei bambini non è antica: comincia solo agli inizi del Novecento. Fino a tutto il XIX secolo, infatti, anche nela civile Europa, i bambini erano considerati e trattati, semplicemente, come adulti di minori dimensioni. E spesso, se appartenevano alle classi più povere, proprio le ridotte dimensioni li condannavano a lavori terribili: solo loro, ad esempio, erano in grado di entrare nei cuniculi più strettio delle miniere di carbone o di calarsi dentro le cappe dei camini per pulirli. La necessità di concedere ai bambini un aiuto, un'assistenza e una protezione particolari fu enunciata per la prima volta nella "Dichiarazione di Ginevra sui diritti del fanciullo" del 1924; venne poi ripresa nella "Dichiarazione dei diritti del Fanciullo" adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1959 e riconosciuta nella "Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo" e nel "Patto Internazionale sui diritti dell'infanzia", che fu ratificata dall'Italia con legge del 27 maggio 1991 n.176, depositata presso le Nazioni Unite il 5 settembre 1991. Alla base vi è la convinzione che il bambino, speranza del futuro, deve ricevere la protezione e l'assistenza di cui necessita per poter svolgere integralmente il suo ruolo nella collettività. Inoltre, ai fini dello sviluppo armonioso e completo della sua personalità, egli deve crescere in un clima di felicità, amore e comprensione. Troppo spesso, tuttavia, i diritti riconosciuti all'infanzia sulla carta nella realtà quotidiana non vengono rispettati. Non solo, infatti, i bambini e gli adolescenti sono i primi a pagare il prezzo della povertà, del sottosviluppo, della fame e delle malattie, ma essi vengono anche sfruttati orribilmente, sia nei Paesi poveri sia in quelli più ricchi: come lavoratori nelle miniere e nelle fabbriche, come soldati e come manodopera per la criminalità di vario genere. (Democrazia e Partecipazione -Pellegrino- corso di educazione civica)



Studio del Segretario Generale ONU sulla violenza contro i bambini
Vede la luce in contemporanea a New York e a Roma lo Studio dell'ONU sulla violenza contro i bambini, il primo rapporto onnicomprensivo sul fenomeno degli abusi contro i minori in famiglia, nella scuola, negli istituti e in qualsiasi altro contesto sociale. 
 In questo speciale puoi trovare dati statistici, schede tematiche e risorse utili (inclusa una versione integrale in inglese dello Studio e una vasta sintesi in italiano) per conoscere in maniera dettagliata i risultati di questa grande ricerca, coordinata dall'esperto brasiliano Paulo Sergio Pinheiro, e maturato nel corso di un processo pluriennale che nella sua fase finale ha visto svolgersi una serie di importantissimi incontri regionali.

Una bambina in un Centro di accoglienza per figli di prostitute a Calcutta - India 
Una bambina in un Centro di accoglienza per figli di prostitute a Calcutta (India)
Tra il 2000 e il 2001, il Comitato sui Diritti dell'infanzia, nell'ambito delle proprie sessioni di lavoro dedicate alla trattazione e all'analisi delle tematiche relative ai diritti dei minori, ha dedicato due giorni alla discussione sulla violenza sui bambini.
 A conclusione dei lavori, è emersa le necessità di un studio approfondito e globale del fenomeno, da richiedersi al Segretario Generale dell'ONU attraverso una raccomandazione rivolta all'Assemblea Generale (CRC/C111, par. 707).
 In particolare, nella sua raccomandazione il Comitato sui Diritti dell'infanzia chiedeva che lo studio fosse "completo e influente", come quello svolto nel 1996 sull'impatto dei conflitti armati sui bambini, noto come "Rapporto Machel", dal nome dell'esperta che ne curò la redazione.
 Nel 2001, con la risoluzione 56/138, l'Assemblea Generale ha richiesto al Segretario Generale di realizzare uno studio sistematico sulla violenza sui bambini.
 E, con la risoluzione 92/2002, la Commissione sui diritti umani ha suggerito al Segretario Generale di incaricare un esperto indipendente, di guidare la realizazione dello studio, in collaborazione con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, l'UNICEF e l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
 Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, il 12 febbraio 2003, ha designato il prof. Paulo Sergio Pinheiro, alla guida dello studio, costituendo un Segretariato
 Dal 2003, migliaia di persone di tutto il mondo hanno contribuito allo Studio:
  • Più di 3.000 persone sono state coinvolte in 9 consultazioni regionali, effettuate per conferire solidità alle informazioni e sperimentare soluzioni da intraprendere a livello regionale; 
  • 14 consultazioni tematiche hanno portato a nuove conoscenze su aspetti cruciali per la comprensione del fenomeno della violenza sui bambini, la sua prevenzione e la risposta di contrasto quando essa si verifichi; 
  • Incontri svolti a livello nazionale e regionale - spesso guidati da bambini e adolescenti, o che li hanno comunque coinvolti - sono stati effettuati in tutto il mondo; 
  • Le ONG hanno partecipato attivamente attraverso vari canali, inclusa una Commissione Consultiva di ONG (Organizzazioni non governative) istituita per unificare gli sforzi delle ONG
  • Altre Agenzie ONU e organi regionali e internazionali - tra cui l'OIL/ILO, l'ACNUR/UNHCR, l'UNESCO, l'UNODC e il DAW-DESA - sono stati coinvolti nello Studio; 
  • Un numero record di 136 risposte a questionari dettagliati sono state ricevute dai governi interpellati. In molti casi, l'elaborazione della risposta ha dato luogo a un dibattito nazionale sulla questione della violenza sui bambini e ispirato iniziative per affrontare il problema; 
  • Più di 270 tra individui e organizzazioni provenienti da diverse parti del mondo hanno risposto all'appello di un confronto pubblico; 
  • Ricercatori, gruppi di bambini e adolescenti, aziende e singoli individui sono stati coinvolti per contribuire in diverse forme allo Studio.
Il rapporto presentato all'Assemblea Generale l'11 ottobre 2006 rappresenta solo uno degli sforzi compiuti.  
Un libro contenente l'insieme dei risultati dello Studio, 9 sintesi a carattere regionale e un pacchetto educativo per bambini e adolescenti figurano tra gli strumenti che saranno utilizzati per portare avanti le raccomandazioni prodotte.
Significativamente, in tutte le regioni sono stati avviati processi atti a dare prosecuzione ai lavori dello Studio e ad avviare interventi conformi alle sue raccomandazioni.
Se ognuno ha un ruolo da giocare per porre fine alle violenze sui bambini, le raccomandazioni, in ultima analisi, pongono l'accento sull'esigenza per i governi di ottemperare ai loro obblighi, allo scopo di prevenire e eliminare la violenza sui bambini. (http://www.unicef.it/)


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