La libertà è un valore, è un bene assoluto.
La libertà è valore e bene assoluto sia per la legge degli uomini che per la legge divina.
Infatti, la Carta Costituzionale riconosce le libertà fondamentali della persona nell’ampia parte dedicata ai principi fondamentali e riconosce, soprattutto, come la libertà possa essere limitata solo ed esclusivamente in determinati casi e con le espresse modalità disciplinate dalla Carta Costituzionale stessa.
La legge divina riconosce il libero arbitrio, anche rispetto alla scelta di salvezza eterna.
La libertà è un valore universale, infatti è tale per ogni popolo della terra , anche se così non è stato da sempre e per alcuni popoli non lo è ancora oggi.
Vi sono stati lunghi periodi nella storia dell’umanità in cui popoli e civiltà sono stati soggetti a privazione della libertà. Molti popoli hanno conquistato la libertà soltanto con il sacrificio di tante vite umane.
La libertà è stata ed è, dunque, un’ardua conquista.
L’uomo nasce libero e se, poi, diventa schiavo è per scelte dell’uomo stesso.
Così nei periodi di schiavitù, i figli degli schiavi nascevano schiavi anche essi, ma solo come conseguenza di scelte umane.
Dunque, la libertà è un valore universale.
Ma quale è l’essenza di questo valore, di questo bene assoluto?
A questa domanda molte risposte sono state date, spesso solo luoghi comuni.
“La libertà è libera scelta, la libertà è fare ciò che si vuole, la libertà è anarchia e ……..vai con una serie di sinonimi vuoti di significato”.
Riteniamo che la libertà sia , innanzitutto, conseguenza di qualcosa che le sta prima e che ne rappresenta un presupposto essenziale ed insostituibile.
La libertà presuppone la conoscenza e la consapevolezza, ossia la conoscenza di ciò che è male e di ciò che è bene, come , anch’essi valori assoluti; la libertà presuppone la consapevolezza della persona rispetto ai vari passaggi della propria esistenza.
Per esempio, se non consideriamo la necessarietà di questo presupposto, allora si potrebbe dire che la persona è libera di drogarsi o di non drogarsi.
Ma dobbiamo chiederci, prima di parlare in questo senso di libertà: “quella specifica persona era a conoscenza di cosa fosse realmente la droga? Quella persona era consapevole di cosa fosse realmente il suo bene ?” S’intende : conoscenza corretta e non una qualsivoglia conoscenza.
Solo se c’è conoscenza e consapevolezza può esservi libertà.
Riteniamo, infatti, che la libertà sia AUTODETERMINAZIONE, ma sulla base della conoscenza e consapevolezza.
Però non è solo questo.
Infatti, è necessario il presupposto della conoscenza e consapevolezza, ma è necessario anche, perché vi sia libertà ed ossia auto-determinazione , una finalità.
In altre parole, la libertà è, al tempo stesso fine ( rispetto alla conoscenza ) e strumento rispetto ad una ulteriore finalità.
La libertà è valore, è bene assoluto e, dunque, non può negare se stessa, ossia non può essere strumentale rispetto a qualcosa che sia male , che non sia bene,
ed allora, l’autodeterminazione deve essere finalizzata alla realizzazione di quello che è il bene di quella specifica e particolare persona.
Viene in discussione , allora, il concetto di bene, sul quale pure vi è grande calca di luoghi comuni.
Il bene è un valore assoluto, universale, mentre spesso si confonde con il bene solo ciò che è comodo alibi personale. Facile indulgenza ai propri istinti, senza alcuna supervisione critica e dell’intelligenza.
Non può essere bene, ad esempio, ammazzare le persone. Il “non uccidere” è un valore assoluto, è un bene assoluto.
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